domenica 2 febbraio 2014

NON VIVERE SU QUESTA TERRA COME UN INQUILINO


Poesia di Nazim Hikmet, poeta turco, dedicata al figlio per esortarlo a vivere in modo responsabile dimostrando amore soprattutto verso l'uomo.

A questa poesia sono affezionata in modo particolare non solo perché ne condivido le riflessioni, ma anche perché fu regalata a mio figlio Diego, quando sostenne l'esame di terza media, dalla sua prof. di Italiano. Questo momento coincise con un periodo molto delicato della mia vita e fui perciò molto colpita da questi versi al punto di commuovermi fino alle lacrime.
La riporto molto volentieri sul mio blog, aspettando questo mese il ventesimo compleanno di mio figlio e sperando di trasmettergli il concetto che non ci si realizza attraverso la sola soddisfazione materiale, ma costruendo rapporti umani di comprensione, collaborazione e solidarietà.

"Ragazzo mio
io non ho paura di morire.
Tuttavia, ogni tanto mentre lavoro
nella solitudine della notte,
ho un sussulto nel cuore,
saziarsi della vita, figlio mio,
è impossibile.
Non vivere su questa terra come un inquilino,
o come un villeggiante stagionale.
Ricorda:
in questo mondo devi vivere saldo,
vivere
come nella casa paterna.
Credi al grano,
alla terra,
al mare,
ma prima di tutto - all'uomo.
Ama la nuvola,
il libro,
la macchina,
ma prima di tutto - l'uomo.
Senti in fondo al tuo cuore
il dolore del ramo che secca,
della stella che si spegne,
della bestia ferita,
ma prima di tutto - il dolore dell'uomo.
Godi di tutti i beni terrestri,
del sole,
della pioggia
e della neve,
dell'inverno e dell'estate,
del buio e della luce,
ma prima di tutto - godi dell'uomo.